7 dicembre 2009 – CDT

Nei giorni scorsi due docenti di lungo corso si sono espressi su queste pagine in modo estremamente negativo sull’Alta scuola pedagogica (ASP). Alla prima delle due lettere ha risposto il direttore del DECS dicendo, fra l’altro, che in base alle leggi in vigore non si può fare a meno di dare una formazione didattico­pedagogica ai docenti di ogni ordine di scuola. Giusto. Il problema, però, a quanto mi consta, non è tanto la necessità della formazione, ma piuttosto sono le modalità e la qualità con le quali tale formazione viene impartita dai due istituti ticinesi preposti a tale compito (IUFFP per le scuole professionali e ASP per le altre). Tanto per cominciare è certamente scoraggiante chiedere ad un giovane che ha appena concluso un lungo percorso accademico di sobbarcarsi ancora un anno di formazione a tempo pieno, senza stipendio e senza alcuna garanzia diassunzione. Ma ciò che è anche più preoccupante è che c’è il rischio reale che s’instauri un perverso meccanismo che porta i migliori laureati (specialmente in economia e nelle materie scientifiche) a cercarsi un posto nell’economia privata, dove hanno, oltretutto, possibilità di carriera, e gli altri, i meno brillanti, a «scegliere», più per forza che per amore, l’insegnamento, dove non esiste alcuna possibilità di carriera e dove lo stipendio comincerai a riceverlo, forse, dopo un anno di attesa. Riguardo alla qualità della formazione nei due istituti: ho solo una piccola esperienza (negativa) diretta con uno dei due istituti in questione, poiché ho la fortuna di essere entrato nell’insegnamento oltre 30 anni fa quando non era richiesta una formazione didattico­pedagogica. Posso invece riferire quanto sento da moltissimi colleghi (e anche direttori di scuola) che sono attuali od ex-studenti dell’IUFFT e dell’ASP e, purtroppo per la scuola ticinese, non ho mai, dico mai, sentito un parere positivo. Entrambi gli istituti, hanno, presso i docenti, la fama di essere un male necessario e niente più. Non arrivo a chiedereall’on. Gendotti, come fa Lauro Tognola, di smantellare l’impianto di abilitazione; probabilmente non è possibile; gli chiederei, però, gentilmente, per il bene della scuola ticinese, di dare un’approfondita occhiata a quel che si fa all’ASP e all’IUFFT, perché così, a quanto pare, non va.

Edo Pellegrini, Vacallo, presidente UDF Ticino