INTERROGAZIONE

18 gennaio 2021

Nel piano sull’apertura delle scuole al 31 agosto 2020 il DECS presentava tre scenari possibili per la scuola: 1) insegnamento ordinario in presenza; 2) insegnamento in forma ibrida, ovvero in presenza e a distanza; 3) le lezioni sono tenute unicamente a distanza.

A partire dall’apertura dell’anno scolastico 2020/2021 le lezioni si sono sempre tenute secondo il primo scenario. Anche dopo le vacanze natalizie, seppur la situazione dei contagi non sia migliorata, (ritenuta altresì la nuova variante inglese e sudafricana del virus in circolazione), il DECS sembrerebbe insistere esclusivamente sul modello della scuola in presenza, senza minimamente considerare gli altri due scenari.

Nelle linee guida del 14 luglio 2020 il DECS scriveva: “è necessario essere pronti ad attuare anche gli scenari 2 o 3 qualora la situazione lo richiedesse”, e ancora: “gli scenari 1, 2 e 3 sono da considerare in modo flessibile e dinamico, e non necessariamente da applicare in modo progressivo e/o uniforme a tutte le scuole o ordini scolastici”.

La “seconda lunga ondata” della pandemia ha colpito pesantemente anche la scuola. Molti docenti, allievi e famiglie lamentano lo stillicidio di lezioni, che sistematicamente cadono a seguito delle misure di quarantena e di isolamento cui sono costretti coloro che in qualche modo sono venuti a contatto con il virus. Il loro numero, presente sin dai primi di settembre, nel corso dei mesi non sembra affatto arrestarsi né diminuire, anzi, è notizia di ieri che a causa del rilevamento della variante inglese presso le scuole medie di Morbio Inferiore, l’intero istituto è stato messo in quarantena.

A seguito delle criticità emerse sull’efficacia della didattica a distanza (scenario no. 3) messo in atto durante la “prima ondata”, (dapprima crassamente negate, ma poi ammesse), durante l’estate 2020 il DECS aveva provveduto ad elaborare uno scenario ibrido (no. 2).

Ritenuti i problemi riscontrati sia con lo scenario no. 1 che con il no. 3, lo scenario no. 2 non è mai stato implementato (metà classe è in presenza e l’altra metà lavora da casa con esercizi), sempre che, così come elaborato dal DECS, esso sia realmente efficace ed applicabile. 

In relazione allo scenario no. 2. in particolare per le scuole post-obbligatorie, mediante il presente atto parlamentare poniamo al Governo le seguenti domande:

  1. Perché dal mese di settembre 2020 non è mai stato preso in considerazione, né attuato lo scenario no. 2?
  2. Sorge il dubbio che, nonostante quarantene, isolamenti ed ogni sorta di difficoltà con l’insegnamento in presenza, lo scenario 2 non sia stato preso in considerazione poiché inapplicabile nella pratica. Il CdS può smentire questa affermazione?
  3. L’implementazione dello scenario no. 2 permetterebbe di portare a termine l’intero programma didattico?
  4. In caso di risposta negativa, in che misura verrebbe ridimensionato il programma didattico (piano orario e delle lezioni)?
  5. Questo ridimensionamento andrebbe a scapito di quali materie?
  6. Quali soluzioni sono state previste per recuperare il programma che verrebbe perso dagli allievi?
  7. Sempre in riferimento allo scenario 2, nel caso in cui il programma didattico non venisse ridimensionato, è stata prevista una concentrazione dello stesso, affinché esso venga portato a termine entro giugno 2021? In questo caso cosa è stato previsto per gli allievi che presentano delle difficoltà di apprendimento?
  8. Nel piano sull’apertura delle scuole 31.8.2020 era stato previsto che per le materie facoltative dove vi è un forte contatto tra persone (coro, orchestra e teatro), il loro svolgimento poteva essere previsto con scadenza quindicinale. Ad oggi, quali di queste materie sono state soppresse? È stata data la possibilità agli allievi di seguire queste materie secondo lo scenario no. 2? In caso di risposta negativa, perché?
  9. Lo scorso mese di ottobre 2020 presso una classe di scuola media superiore, era stata sperimentata una lezione in parte in presenza e in parte a distanza mediante l’utilizzo di MS Teams, che a dire della direzione e del DECS aveva presentato delle criticità (risposta ad Interrogazione 21.11.2020 no. 141.20). Non sarebbe il caso di analizzare e risolvere queste criticità per poter implementare un sistema ibrido con l’ausilio dei mezzi tecnologici?

Roberta Soldati, Edo Pellegrini, Lara Filippini, Paolo Pamini, Daniele Pinoja